Dall'antichità ai giorni nostri: la storia di come si lavano i piatti

In tempi antichi era molto comune non avere piatti o ciotole dove mangiare come li conosciamo noi. Un esempio è l'India che utilizza ancora delle foglie molto grandi come base per poggiare il cibo, ad esempio di banano, senza avere necessità di lavare nulla, in quanto smaltibile in maniera semplice.

In altre parti del mondo invece si utilizzavano spesse fette di pane, su cui venivano servite le pietanze permettendo di consumare quest'ultimo alla fine.

Per le stoviglie invece era tutta un'altra storia, da quando esistono infatti, ogni popolazione ha utilizzato il suo personalissimo metodo di pulizia, che è sfociato nei metodi che utilizziamo tutt'oggi quotidianamente.

La domanda sorge spontanea, da dove è cominciato tutto? E come gli antichi metodi sono diventati i metodi che conosciamo tutti?

Come si lavavano le stoviglie nell'antichità?

Negli albori in cui le stoviglie venivano ancora realizzate in terracotta e metalli semplici, si andava negli argini dei fiumi, in quanto non esisteva l'acqua corrente, dove si utilizzava la sabbia che vi si poteva reperire sul posto per la sgrassatura, per poi proseguire con il risciacquo con l'acqua del fiume.

Casualmente in seguito si scoprì un metodo di pulizia formidabile, che venne utilizzato fino a poco tempo fa, si parla della lisciva. Questa era una pasta di cenere, oramai conosciutissima per i suoi poteri sgrassanti e sbiancanti. Con queste tecniche infatti si riusciva a pulire anche a mano le stoviglie, evitando la proliferazione di batteri e gli sgradevoli odori.

Un ulteriore metodo che ha preso piede è stato quello di utilizzare acqua e crusca. La parte esterna dei cereali infatti è capace di assorbire i grassi, in maniera del tutto naturale, che poi veniva rilasciata nei fiumi una volta terminato il lavaggio.

Uno dei primi utensili che vennero scoperti e utilizzati per pulire in maniera più efficace le stoviglie, come metodo più efficiente delle mani, era la luffa.

La luffa è il frutto di una pianta rampicante che, una volta essiccata, viene estratta dall'involucro esterno, presentandosi come una vera e propria spugna. La peculiarità della luffa è la sua semplicità di coltivazione: il frutto è pieno di semi, semplici da rimuovere e che possono essere ripiantati per produrre nuove piante. Un altro lato positivo della luffa è inoltre la sua incredibile durabilità.

Come si è arrivati al detersivo e ai giorni nostri?

Con l'aumentare delle stoviglie a disposizione, l'operazione di lavaggio divenne lunga e faticosa, dunque si iniziarono a cercare dei nuovi metodi per il lavaggio. Negli anni ‘50 infatti, trovano spazio le prime aziende che pubblicizzavano detersivi per il lavaggio dei piatti.

Questi detersivi, ancora oggi, utilizzano componenti antiche per la sgrassatura e il profumo dei piatti. Un esempio può essere l'aggiunta del limone, donando il caratteristico profumo, o l'aceto che possiede un alto potere pulente fino ad arrivare alla cenere.

Questi prodotti si introdussero subito nelle case di tutti, in quanto era molto più semplice e veloce pulire i piatti e le stoviglie, senza rinunciare a una sanificazione eccezionale.

Arrivando ai giorni nostri, i gel fanno da padroni in quanto permettono con una minima parte di prodotto di ripulire tantissime stoviglie con l'utilizzo della lavastoviglie.

Le moderne tecniche di pulizia infatti arrivano a concentrare gli agenti pulenti in pochissimi quantitativi di prodotto, tutelando l'ambiente e evitando gli sprechi e l'inquinamento portato dagli stessi.

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