storia dello sfigmomanometro

Lo sfigmomanometro è un dispositivo utilizzato in medicina per misurare la pressione arteriosa. Questo strumento diagnostico è l'equivalente del classico misuratore di pressione che molte persone hanno in casa e il cui termine originale non è più usato come una volta.

Anche se oggi tutti possono misurare la pressione autonomamente grazie ai nuovi dispositivi elettronici completamente automatici, questo strumento ha conosciuto delle fasi molto complicate nel corso degli anni.

La sua storia, infatti, conta di diversi tentativi e svariati insuccessi. Questi però, col tempo, hanno portato alla creazione di un dispositivo che, attualmente, è ancora utilissimo e indispensabile, soprattutto per la prevenzione di chi è soggetto a sbalzi di pressione.

Andiamo, dunque a vedere, la storia dello sfigmomanometro, i primi modelli e gli inventori che hanno contribuito alla sua creazione.


Storia dello Sfigmomanometro

In tempi passati i medici non disponevano degli attuali dispositivi volti alla misurazione della pressione arteriosa. L'unico modo che avevano per farlo era premere un dito sull'arteria e rilevare se ci fossero ritmi regolari o meno.

Dopo i primi tentativi di creazione di apparecchi sperimentali si arrivò ad una versione perfezionata dello sfigmomanometro, introducendo un bracciale per la misurazione. Un passo decisivo che avvenne nel 1881 grazie al contributo di Samuel Siegfried Karl Ritter von Basch.

Solo nel 1896, però, Scipione Riva Rocci fece pubblicare una nota sulla "Gazzetta Medica" di Torino in cui informava della creazione di un nuovo modello di sfigmomanometro. Questo modello introduceva il mercurio per una misurazione più corretta della pressione arteriosa.

Il medico italiano Riva Rocci, laureatosi in medicina nel 1888, può essere dunque considerato come il primo vero inventore di questo strumento, dato che i modelli che l'avevano preceduto erano alquanto ingombranti e poco precisi. Egli dedicò la sua intera vita alla ricerca e un suo particolare interesse era rivolto alla fisiologia e l'emodinamica. La sua geniale intuizione fu quella, appunto, di aggiungere a un manometro a mercurio un manicotto pneumatico in gomma che dava la possibilità di una più precisa misurazione e lettura della pressione sistolica.

Il vantaggio di questo nuovo e rivoluzionario modello non fu solo nell'innovazione del meccanismo, ma anche della sua struttura, arrivando a diventare più piccolo.

Negli anni successivi, infatti, grazie ai diversi perfezionamenti, vennero introdotti i primi modelli tascabili di sfigmomanometro, come quello nato grazie al contributo dei due ricercatori francesi Henry Vasquez e Charles Laubry nel 1909.

In questi anni, inoltre, nacquero i primi sfigmomanometri aneroidi che si basavano sul principio del "barometro aneroide". Esteticamente risultavano leggeri e compatti e disponevano di un quadrante abbastanza ampio che permetteva la facile lettura dei valori.

Un’altra variante di sfigmomanometri si ebbe con quelli detti "oscillometrici", prodotti nella metà del '900 dalla ditta Boullite. Venne introdotto un meccanismo con la pompa a peretta, mentre il sistema di lettura era, appunto, oscillometrico, ovvero garantiva la lettura dei valori sistolici e diastolici anche senza l'ausilio dello stetoscopio.

Lo Sfigmomanometro ai giorni nostri

Attualmente in commercio ci sono differenti tipologie di sfigmomanometri. Esistono modelli che misurano la pressione manualmente oppure vi sono quelli di tipo elettronico.

Nel primo caso si tratta di apparecchi per cui è prevista una sorta di "autolettura". Quindi, è chiaro che sono dispositivi alla portata di medici e personale qualificato.

Il funzionamento manuale è caratterizzato da una piccola camera d'aria, un manicotto morbido in tessuto e di una peretta. Infilando il bracciale al braccio del paziente, questo viene gonfiato tramite la peretta andando ad esercitare una pressione sull'arteria brachiale. La momentanea interruzione del flusso del sangue permette di rilevare la giusta pressione.

I modelli elettronici, invece, sono alla portata di tutti e consentono una misurazione precisa e automatica: sono portatili, maneggevoli e facili da trasportare.

Lo sfigmomanometro elettronico ha, inoltre, un display digitale che consente una facile lettura dei valori. Qui vengono indicati non solo i dati inerenti alla pressione, ma anche quelli dei battiti cardiaci, rilevano l'orario e danno la possibilità di memorizzare le varie misurazioni che si effettuano, in modo da tenerle costantemente sotto controllo.

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